Gestire la reputazione online: rischi e opportunità per il proprio brand
Gestire la reputazione online: rischi e opportunità per il proprio brand

Agenzia di Marketing vs. Lo Fa Mio Cugino: La Sfida della Professionalità e dell’Efficacia

In un mercato dove domina il commercio online, i social sono diventati le piattaforme da cui è possibile recepire tutte le informazioni per procedere ad acquisti facili e veloci. Ogni commento, post o recensione diventa prezioso per influenzare la decisione d’acquisto del consumatore. La brand reputation in questo contesto è dunque la carta d’identità che plasma la presenza online di un marchio. Come un castello di sabbia sul mare, la reputazione digitale è difficile da costruire ed è estremamente fragile. Ogni associazione politica, ogni dichiarazione controversa, viene scrutata con attenzione. I consumatori, armati di smartphone e profili social, sono diventati veri e propri attivisti digitali: basta una minima controversia per sollevare la voce delle masse che si espande come un eco, mettendo in discussione un intero posizionamento online. Tra le tendenze più recenti vi è proprio il boicottaggio, da cui neanche i grandi colossi del marketing possono sfuggire. Alimentato dalla cancel culture, colpisce ogni settore, dall’alimentare alla cosmesi, fino ai prodotti per l’igiene; tra i più noti ci sono McDonald’s, Zara e L’Oréal. Ma le liste di brand coinvolti negativamente in controversie politiche e sociali sono infinite, a tal punto che se dovessimo rinunciare ai loro prodotti dovremmo probabilmente rinunciare a numerosissimi articoli, dunque vale almeno la pena capire perché la cancel culture riesce a permeare così tanto tra i consumatori.

Mi confronto o ti boicotto? Quali sono le conseguenze della cancel culture sui brand?

Le parole e le immagini utilizzate sul web sono essenziali per guadagnare la fiducia dei propri clienti, dunque bisogna sceglierle con attenzione per evitare ondate di indignazione che in molti casi si traducono in una notevole perdita di entrate. La cancel culture, come dice il nome stesso, significa cancellare, ignorare e criticare persone e brand in seguito a dei comportamenti ritenuti negativi, soprattutto dal punto di vista del linguaggio e della comunicazione online. Questo fenomeno è cresciuto assieme alla partecipazione degli utenti nei dibattiti mediatici, che a loro volta hanno sviluppato una maggiore consapevolezza del proprio potere, grazie alla crescente accessibilità delle piattaforme digitali. I social media offrono una voce più ampia e immediata agli individui, che con un semplice commento o post possono innescare una reazione a catena capace di portare la reputazione di un brand dalle stelle alle stalle in un istante.

Camminando sul filo del rasoio: tra correttezza ed interesse commerciale.

  Quindi, se la cancel culture nasce con l’intento di promuovere la responsabilità sociale, ci si chiede perché spesso si traduce in reazioni così estreme. E soprattutto, come può un brand navigare tra la sensibilità sociale e l’obiettivo commerciale? Per evitare il rischio di essere boicottati, i brand devono adottare un approccio proattivo e responsabile. È cruciale ascoltare attentamente le preoccupazioni dei consumatori, che tendono a reagire in modo sproporzionato di fronte a mancanze di trasparenza o inadempienze. Inoltre, è essenziale mantenere un atteggiamento positivo e costruttivo, dimostrando un impegno tangibile verso valori etici e sociali. Per orientarsi in un mercato sempre più complesso, niente è più efficace di affidarsi a un reparto di marketing in outsourcing. Se stai cercando una strategia che offre alla tua azienda tutte le competenze necessarie per affrontare le sfide del futuro e migliorare la reputazione online, Sniper Agency è la risposta. Continua a seguirci sui nostri social Instagram e Facebook e contattaci subito per presentarci il tuo brand.
In un mercato dove domina il commercio online, i social sono diventati le piattaforme da cui è possibile recepire tutte le informazioni per procedere ad acquisti facili e veloci. Ogni commento, post o recensione diventa prezioso per influenzare la decisione d’acquisto del consumatore. La brand reputation in questo contesto è dunque la carta d’identità che plasma la presenza online di un marchio. Come un castello di sabbia sul mare, la reputazione digitale è difficile da costruire ed è estremamente fragile. Ogni associazione politica, ogni dichiarazione controversa, viene scrutata con attenzione. I consumatori, armati di smartphone e profili social, sono diventati veri e propri attivisti digitali: basta una minima controversia per sollevare la voce delle masse che si espande come un eco, mettendo in discussione un intero posizionamento online. Tra le tendenze più recenti vi è proprio il boicottaggio, da cui neanche i grandi colossi del marketing possono sfuggire. Alimentato dalla cancel culture, colpisce ogni settore, dall’alimentare alla cosmesi, fino ai prodotti per l’igiene; tra i più noti ci sono McDonald’s, Zara e L’Oréal. Ma le liste di brand coinvolti negativamente in controversie politiche e sociali sono infinite, a tal punto che se dovessimo rinunciare ai loro prodotti dovremmo probabilmente rinunciare a numerosissimi articoli, dunque vale almeno la pena capire perché la cancel culture riesce a permeare così tanto tra i consumatori.

Mi confronto o ti boicotto? Quali sono le conseguenze della cancel culture sui brand?

Le parole e le immagini utilizzate sul web sono essenziali per guadagnare la fiducia dei propri clienti, dunque bisogna sceglierle con attenzione per evitare ondate di indignazione che in molti casi si traducono in una notevole perdita di entrate. La cancel culture, come dice il nome stesso, significa cancellare, ignorare e criticare persone e brand in seguito a dei comportamenti ritenuti negativi, soprattutto dal punto di vista del linguaggio e della comunicazione online. Questo fenomeno è cresciuto assieme alla partecipazione degli utenti nei dibattiti mediatici, che a loro volta hanno sviluppato una maggiore consapevolezza del proprio potere, grazie alla crescente accessibilità delle piattaforme digitali. I social media offrono una voce più ampia e immediata agli individui, che con un semplice commento o post possono innescare una reazione a catena capace di portare la reputazione di un brand dalle stelle alle stalle in un istante.

Camminando sul filo del rasoio: tra correttezza ed interesse commerciale.

  Quindi, se la cancel culture nasce con l’intento di promuovere la responsabilità sociale, ci si chiede perché spesso si traduce in reazioni così estreme. E soprattutto, come può un brand navigare tra la sensibilità sociale e l’obiettivo commerciale? Per evitare il rischio di essere boicottati, i brand devono adottare un approccio proattivo e responsabile. È cruciale ascoltare attentamente le preoccupazioni dei consumatori, che tendono a reagire in modo sproporzionato di fronte a mancanze di trasparenza o inadempienze. Inoltre, è essenziale mantenere un atteggiamento positivo e costruttivo, dimostrando un impegno tangibile verso valori etici e sociali. Per orientarsi in un mercato sempre più complesso, niente è più efficace di affidarsi a un reparto di marketing in outsourcing. Se stai cercando una strategia che offre alla tua azienda tutte le competenze necessarie per affrontare le sfide del futuro e migliorare la reputazione online, Sniper Agency è la risposta. Continua a seguirci sui nostri social Instagram e Facebook e contattaci subito per presentarci il tuo brand.