
Furbe simpatiche con sguardi intriganti e giocosi. Piccole, dolci, tenere, con grandi occhi da cucciolo. Stilizzate, colorate o in bianco e nero. Bambini, animaletti, caricature…quello delle mascotte è un vero e proprio universo che appassiona, diverte, incuriosisce e che negli ultimi tempi si sta sempre più affermando come soluzione per la gestione dei rapporti con i clienti sui social network.
Ma quali sono le caratteristiche di una buona mascotte e quali le linee guida che è bene seguire quando decidiamo di usufruirne? Scopriamolo insieme.

Prima di tutto, cosa sono le Mascotte?
Le mascotte nascono come personaggi portafortuna delle squadre sportive americane.
In linea di massima, anche se appartenenti perlopiù al mondo animale, le mascotte richiamano nella maggior parte dei casi i comportamenti umani; sono spesso ironiche e buffe o, al contrario, esprimono sentimenti di tenerezza ricalcando il concept del ‘cucciolo’ atto ad alleggerire il brand in modo simpatico per creare empatia con lo spettatore.
Tutto questo si evolve e la mascotte diventa nel tempo un simbolo accattivante ed efficace, un vero e proprio ornamento al brand di molte aziende, nei manifesti pubblicitari prima e nel web poi.
L’omino Michelin, Caballero e Carmencita di Lavazza, Calimero di Ava, Mastrolindo, Tony the Tiger di Kellogs, Red & Yellow di M&Ms: questi sono solo alcuni esempi di mascotte che hanno aiutato le loro aziende ad affermarsi e consolidarsi nei mercati di riferimento.
Perché creare una Mascotte?
Dietro alla creazione di un personaggio immaginario si nascondono ricerche e indagini di mercato ma le conseguenze principali della sua realizzazione sono:
– impatto sui consumatori: il consumatore preferisce interagire con un personaggio simpatico e divertente piuttosto che con un brand senza volto;
– modo più soft di vendere il prodotto: crea meno implicazioni mentali rispetto ad una vendita diretta del marchio
– danno una voce più efficace al brand: incuriosisce lo spettatore e facilita l’ascolto della sua storia.
Evoluzioni di utilizzo
Anche il social media marketing si è evoluto rispetto a questo trend e una conseguenza è stata proprio la nascita di una voce aziendale tramutata in mascotte, che vive di vita propria su Facebook, Twitter e Instagram.
Può davvero l’utilizzo dei personaggi di fantasia vivacizzare la comunicazione?
Alcuni studi effettuati da Synthesio dimostrano che questi personaggi immaginari ispirano nei clienti un maggior riconoscimento con il prodotto, una buona predisposizione alla conversazione, l’aumento della condivisione dei contenuti e, dulcis in fundo, costano meno degli influencer!!!
Case Study
Come dicevamo, le mascotte funzionano sui social quando l’azienda ne ha già uno alle spalle. Un ottimo esempio è quello di Mr.Peanuts di Planters, che ha venduto arachidi per decenni e che appena sbarcato su Facebook ha raggiunto rapidamente le 500.000 fan e tantissimi commenti all’attivo. Sulla pagina dedicata vengono postati aneddoti, lanci di nuovi prodotti e in molti casi contenuti generati dagli utenti stessi che si ritraggono in pose divertenti insieme alla mascotte in “carne e ossa”.
Altro esempio di rilievo è senza dubbio quello di M&M’s, la cui pagina Facebook ha quasi 10 Milioni di fan, soprattutto grazie alla personalità delle sue mascotte. Le noccioline parlanti sono sbarcate anche su Twitter (ognuna con un suo account personale) e, tra i tanti, Ms. Green vanta circa 50.000 followers e non perde mai occasione di far capire quale sia il suo colore preferito.
Famosissimo anche in Italia Mr.Clean, il nostro Mastro Lindo, è una mascotte che, con il passare degli anni, ha acquisito una grande popolarità. Nato nel 1957 (!!!) ora ha un account Twitter di grande successo sul quale pubblica battute, consigli sulla pulizia e foto divertenti.
Per uscire dall’olimpo delle grandi multinazionali vi portiamo un campione prelevato direttamente dal territorio piemontese.
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo dal 1995 sostiene i giovani artisti italiani e stranieri e promuove l’arte contemporanea con l’obiettivo di avvicinare un pubblico sempre più ampio.
In virtù del settore e del target di riferimento la “Rebaudengo” ha ben pensato di avvalersi di un volto noto degli anni ’70: Yoda. Ebbene sì, il personaggio più simpatico della saga “Guerre Stellari”.

Ovviamente i numeri non sono paragonabili a quelli dei tre esempi citati in precedenza ma, dando uno sguardo alla pagina Facebook, sarà impossibile non cogliere lo spirito della Fondazione e i risultati le stanno dando ragione.
Da questi quattro esempi emergono due fattori che da soli basterebbero a convincere qualsiasi social media manager:
– movimentano la comunicazione: possibilità di pubblicare contenuti maggiormente creativi senza rimanere vincolati a discorsi o situazioni concrete della vita quotidiana.
-facilitano la gestione : permettono di rispondere ai commenti più ostici in maniera distaccata ma allo stesso tempo più calorosa e nella maggior parte dei casi con ottimi risultati.
Social mascotte. È la mossa giusta?
Si direbbe dunque che le mascotte siano di gran lunga uno strumento efficace di promozione, ma prima di crearne una e di utilizzarla nel mondo dei social, bisognerebbe rispondere a qualche domanda:
– il tuo brand utilizza già una mascotte?
Se il tuo pubblico ha già familiarità con il personaggio creato in precedenza e pensi che il suo utilizzo sui social possa aggiungere un tocco originale al tuo marchio… non esitare!
-qual è l’età del tuo target di riferimento?
Se il pubblico è giovane è più probabile che la mascotte sui social abbia successo. Gli utenti più attivi sul web hanno infatti un’età compresa tra i 18 e i 35 anni.
– qual è il tone of voice del tuo brand?
Se è informale giocoso e divertente, potrebbe essere davvero l’opzione giusta per la tua azienda.
Se dopo aver letto questi esempi di successo hai realizzato che questa potrebbe rappresentare la tua chiave di volta, prenditi del tempo per sviluppare la tua mascotte, dagli vita e coltiva una presenza costante e attiva sui social.
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Massimo Rotelli